
Il tetto ai tempi dell’NZEB
Forse perché la sua forma richiama alla nostra mente la capanna, rifugio atavico dell’umanità, o forse perché ricorda il gesto delle nostre braccia alla ricerca di protezione. Comunque sia il tetto rappresenta ancora oggi l’essenza stessa della casa, la difesa dell’intimità familiare.
La progettazione del tetto ai tempi dell’nZEB (nearly zero energy building – edificio ad energia quasi zero) riassume plasticamente questa nuova metodologia progettuale e costruttiva: qualità elevata e alto comfort abitativo con poca energia.
LE FUNZIONI DEL TETTO
Al tetto affidiamo molteplici incarichi, tutti di fondamentale importanza, che concorrono a determinare il comfort abitativo dei vani posti sotto di esso:
- la sicurezza statica sotto il carico della neve e del vento
- la protezione dagli agenti atmosferici: pioggia, neve, grandine, vento
- la protezione dal freddo invernale
- la protezione dal surriscaldamento estivo
- l’assenza di muffa e di condensa interna
- l’ermeticità interna all’aria
- l’assenza di condensa interstiziale 2
e infine, non scordiamolo mai,
- la bellezza, l’armonia della forma e il calore dei materiali, sia sul lato esterno che internamente.
GLI STRATI FUNZIONALI
Nonostante il suo apparente aspetto di monoliticità, possiamo individuare nella stratigrafia del tetto i diversi strati funzionali ai quali viene affidata una propria specifica e insostituibile funzione, realizzati con materiali scelti che occupano una ben definita posizione all’interno della stratigrafia.
PENDENZA DEL TETTO
Dal punto di vista formale la pendenza del tetto, in architettura, dice molto sulle condizioni climatiche della zona in cui si trovano gli edifici. Oggi grazie a nuove tecnologie applicate alle coperture la scelta formale non è più totalmente vincolante dal clima, e si possono adottare soluzioni dalle forme diverse. Nella scelta del tetto bisogna valutare lo stile architettonico, i materiali che si vogliono impiegare per la copertura e la destinazione d’uso prevista per il sottotetto nonché gli ambienti interni.
La pendenza del tetto è l’inclinazione del piano di falda rispetto al piano orizzontale, si calcola come rapporto, misurato in percentuale, tra il dislivello esistente tra la linea di gronda e la linea di colmo e la loro distanza in proiezione orizzontale. Esistono tra categorie di tetto: tetto piano, tetto inclinato a falde e tetto curvo.
Anche le coperture piane rispettano una minima presenza di pendenza, questo per svolgere il ruolo fondamentale di deflusso dell’acqua dalla superficie fino agli scarichi, posti lungo il perimetro o in posizione centrale. Proprio la normativa UNI definisce tetti piani tutti quei tetti che presentano inclinazione compresa tra 0° e 3° rispetto al piano orizzontale (in percentuale minore del 5%).
MATERIALI DI RIVESTIMENTO
La scelta del rivestimento dipende dall’inclinazione della falda e dalle condizioni climatiche del luogo. Ci sono materiali per realizzare il manto di tenuta all’acqua per ogni tipologia di pendenza ed è importante verificare che il prodotto scelto sia conforme alla pendenza del tetto dell’edificio.
Testo tratto in parte da articoli di Sergio Pesaresi (ingenio) e in parte da Aertetto